iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce DISCORDIA
Descrizione DONNA, in forma di furia infernale, vestita di varij colori, sarà scapigliata, i capelli saranno di più colori, e vi saranno mescolati di molti Serpi, avrà cinta la fronte di alcune bende insanguinate; nella destra mano terrà un focile d'accendere il fuoco, e una pietra focaia, e nella sinistra un fascio di scritture, sopra le quali vi sieno scritte citationi, essamini, procure, e cose tali. I varij colori della veste sono i varij pareri de gli uomini, da' quali nasce la discordia; e come non si trovano due persone del medesimo parere in tutte le cose, così nè anche è luogo tanto solitario, ancorché da pochissima gente habitato, che in esso non si lasci vedere la discordia, però dissero alcuni Filosofi, che ella era un principio di tutte le cose naturali. Chiara cosa è, che se frà gl'uomini fosse un'intera concordia, che gli elementi seguissero il medesimo tenore, che saremmo privi di quanto ha di buono e di bello il Mondo, e la Natura. Con tutto ciò, quella discordia, che ha per fine la ruina d'un uomo, che sia sia dall'altro solo differente d'opinione, si stima, e si deve riputare cosa molto abominevole, per attendere alla distruttione delle cose ordinate dalla Natura. Però si dipingono le Serpi a questa figura, percioché sono i cattivi pensieri, i quali, partoriti dalla discordia, sono sempre cinti, e circondati dalla morte de gli uomini, e della distruttione delle famiglie, per via di sangue, e di ferite, e per questa medesima ragione le si benda la fronte, però Virgilio disse:
Annoda e stringe alla Discordia pazza
Il crin viperio sanguinosa benda.
Et l'Ariosto, del Fucile parlando della Discordia:
Dilli, che l'esca, e 'l fucil seco prenda,
E nel campo de' Mori il foco accenda.
E quel, che segue. Perché come fregandosi insieme il fucile, e la pietra, fanno fuoco, così contrastando gli animi pertinaci, accendono l'ira. Le scritture nel modo, che dicemmo, significano gli animi discordi di coloro, che litigano, che bene spesso per tale effetto consumano la robba, e la vita.

DONNA, vestita, come di sopra, con capelli di varij colori, con la mano destra tenga un Mantice, e con la sinistra un vaso di fuoco. La varietà de' colori significa la diversità de gli animi come si è detto, però l'Ariosto scrisse:
La conobbe al vestir di color cento
Fatto a liste ineguali, e infinite,
C'hor la cuoprono, hor nò, che i passi e 'l vento,
Leggiero aprendo, ch'erano sdruscite,
I crini havea qual d'oro, e qual d'argento,
E neri, e bigi haver pareano lite.
Altri in treccia, altri in nastro, eran raccolti
Molti alle spalle, alcuni al petto sciolti.
Il Mantice, che tiene, co'l vaso di fuoco, mostrano, che ella deriva dal soffio delle male lingue, e dall'ira fomentata ne' petti humani.

DONNA, con il capo alto, le labbra livide, smorte, gli occhi biechi, guasti, e pregni di lagrime, le mani in atto di muoverle di continovo, con un coltello cacciato nel petto, con le gambe, e piedi sottili, e forti, e involta in foltissima nebbia, che a guisa di rete la circonda, e così la dipinse Aristide.