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Disciplina che si occupa di ricercare la spiegazione delle immagini, dei simboli e delle figure allegoriche dell'arte antica perché essa attinse soprattutto alle favole più pittoresche della mitologia. Il termine deriva dal greco eikon, immagine, e logos, ragionamento. È diversa dalla iconografia, perché questa si occupa delle sembianze reali dei personaggi illustri, mentre l'iconologia ha lo scopo di ragionare delle forme convenzionali con cui si vestono allegorie e miti. L'arte greca è stata maestra nel fissare a ciascun personaggio (astratto ed ideale) attributi e fisionomie che permettevano di riconoscerlo al primo sguardo. Il volto di Minerva era diverso da quello di Venere, Marte non assomigliava a Mercurio, Giove era molto diverso da Plutone, ecc. L'iconologia greca è tutta ieratica e si fonda sulla religione ed ogni dio ha una caratteristica propria: Saturno è un vecchio armato di falce, Giove ha un fulmine fra le mani ed un'aquila a fianco, Nettuno viaggia su un carro trainato da cavalli marini con un tridente in mano, Plutone ha una forca a due denti e siede su un carro trainato da cavalli neri, Cupido è bendato ed armato di frecce, Mercurio ha il caduceo in mano ed i talloni alati, Marte è armato di tutto punto, Bacco è coronato di edera e circondato da Baccanti, Ercole è vestito di una pelle di leone ed impugna una clava, Giunone è trasportata dalle nubi ed ha un pavone accanto, Venere viaggia su un carro a forma di conchiglia trainato da cigni, Minerva ha un elmo sul capo ed impugna uno scudo, Diana è cacciatrice e porta arco e frecce, Cerere ha un covone di grano fra le braccia, ecc. Gli Egizi rappresentavano il loro Dio supremo, Ftà o Phtha, (l'anima del mondo), sotto forma di un globo alato; Neith, la suprema saggezza, come una donna che esce dalla bocca di un leone; Cneph, o Emeth, o Cnuphis, come un serpente con l'uovo simbolico che gli esce dalla bocca, oppure con la figura di un uomo che ha il capo adorno di piume ed uno scettro in mano. Serapide porta sulla testa, al di sopra delle corna di Giove Ammone, un vaso che serve alla misura dei cereali, coronato di raggi o fasciato dalle spire di un serpente. Osiride ha una testa di sparviero, una sfera in mano ed un lituo (bastone augurale) nell'altra; talvolta ha la testa di toro, con grandi corna, uno scettro al posto del lituo, sovrapposto da un grande occhio. La dea Iside ha il capo di giumenta, è velata dal peplo, ha in una mano un fiore di loto, nell'altra la chiave del Nilo; altre volte è raffigurata con un paniere sul capo, il busto coperto da un gran numero di mammelle; altra ancora seduta, mentre regge sulle ginocchia Oro ed Arpocrate. Anubi ha una testa di cane e regge con una mano la verga dei misteri. Canopo è raffigurato da un'anfora decorata da varie immagini e scritture simboliche, sormontata da un capo umano. Tifone viene raffigurato come un vecchio che vomita fiamme, ed al posto delle gambe, snoda le spire di due mostruosi serpenti. Pan ha capo e piedi caprini, pelle maculata e villosa, solleva con una mano adunca la fistula pastorale dalle sette canne in ordine decrescente. Gli antichi Persiani rappresentavano Mitra come un giovane bellissimo, con il berretto frigio in testa, mentre poggia un ginocchio sul toro mitriaco per ucciderlo; altre volte aveva una testa di leone ed era proteso nello sforzo di ricacciare in un antro un bue gigantesco, spingendolo per le corna con entrambe le mani. Il Sole era raffigurato con il corpo raggiante di luce, a cavalcioni di un'aquila. Il Moloch dei Fenici era tutto di bronzo, capo di vitello, braccia protese come ad abbracciare le vittime umane che gli venivano offerte. L'Oannes dei Caldei era raffigurato mezzo uomo e mezzo pesce. Il dio Brahma era raffigurato dagli Indù con il capo raso, seduto sopra una foglia di ninfea, oppure con quattro tese ed il cerchio dell'immortalità fra le mani. Vishnù era rappresentato sotto forma ora di pesce, ora di testuggine, ora di cinghiale, ora d'uomo con membra leonine; talvolta, infine, come Bramino.
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E. Panofsky, Studi di iconologia. I temi umanistici nell'arte del Rinascimento, Torino, Einaudi, 1975; Praz, La tradizione iconologica, in C. Ripa, Iconologia, Milano, Tea, 1992; E. Wind, Misteri pagani nel rinascimento, Milano, Adelphi, 1986; B. Guthmüller, Il mito e la tradizione medievale, in Immagini degli dei. Mitologia e collezionismo tra '500 e '600, catalogo della mostra di Lecce a cura di C. Cieri Via, Milano, Leonardo, 1996. |