iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
wwww.asim.it - www.archivi.info

ICONOLOGIA

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Voce BUGIA
Descrizione DONNA, involta, e ricoperta nell'abito suo quanto sia possibile, il vestimento da una parte sarà bianco, e dall'altra nero. Terrà in capo una Gaza, e in mano una sepia pesce. La parte del vestimento del color bianco mostra, che gli uomini bugiardi primieramente dicono qualche verità per nascondervi sotto la bugia. L'altra parte di dietro del vestimento nero si confà in quella sentenza di Trifone Grammatico Greco, la quale diceva, che le bugie hanno la coda nera, e per questa medesima ragione a questa imagine si pone in capo la Gaza, che è di color vario, e la Sepia, la quale, secondo, che racconta il Pierio Valeriano nel libro 28., quando si sente presa manda fuori della coda un certo humore nero, nel quale si nasconde, stimando con tale inganno fuggire dal pescatore. Così il bugiardo oscura se stesso con la fintione delle bugie, e non viene mai a luce di buona fama.

DONNA, giovane, brutta, ma artificiosamente vestita di color cangiante, dipinto tutto di mascare di più sorti, e di molte lingue. Sarà zoppa, cioè con una gamba di legno, tenendo nella sinistra mano un fascetto di paglia accesa. Santo Agostino dipinge la Bugia dicendo, che è falsa significatione della voce di coloro, che con mala intentione niegano, overo affermano una cosa falsa. Et però si rappresenta in una donna giovine, ma brutta, essendo vizio servile, e fuggito sommamente nelle conversationi de' nobili, in modo, che è venuto in uso hoggidì, che attestandosi la sua nobiltà, come per giuramento, nel parlare, si stima per cosa certa, che il ragionamento sia vero. Vestesi artificiosamente, perché con l'arte sua ella s'industria di dare ad intendere le cose, che non sono. La vesta di cangiante dipinta di varie sorti di mascare, e di lingue dimostra l'incostanza del bugiardo, il quale, dilungandosi dal vero nel favellare, dà diversa apparenza di essere a tutte le cose, e di qui è nato il proverbio, che dice Mendacem oportet esse memorem. Il fascetto di paglia accesa altro non significa se non che, sì come detto fuoco presto s'appiccia, e presto s'ammorza, così la bugia presto nasce, e presto muore. L'esser zoppa dà notizia di quel che si dice trivialmente, Che la bugia ha le gambe assai corte.