iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce VENDETTA
Descrizione DONNA, armata, e vestita di rosso, nella destra mano tiene un Pugnale ignudo, e si morde un dito della sinistra, a canto ha un Leone ferito, il quale stà in atto spaventevole. La Vendetta si rappresenta co'l Pugnale in mano, per dimostrare quell'atto spontaneo della volontà, che corre a vendicar l'ingiurie con lo spargimento del sangue, e però ancora si veste di rosso. Si dipinge Armata, perché per mezzo delle proprie forze facilmente può l'uomo vendicar l'offese. Et si morde il dito perché chi è inclinato a vendicarsi, per haver memoria più stabile, si serve così del male spontaneo, che si fà da se stesso, per memoria del male violento, che prova per lo sforzo de gli altri. Il Leone essendo ferito osserva mirabilmente il suo percussore, e non lascia mai occasione di vendicarsi. Onde il Pierio racconta, che un giovane compagno di Giuba, Rè de' Mori, mentre il detto Rè andava con l'essercito per li deserti dell'Affrica per cagione di provedere alle sue cose, incontrandosi in un Leone, lo percosse con un dardo, e l'anno dapoi, ripassando co'l detto Rè già spedito per quel medesimo luogo, comparve il detto Leone, e osservando il giovane, che l'haveva ferito, andando con velocissimo corso frà la gran moltitudine de' Soldati, miserabilmente lo lacerò, partendosi senza offendere alcun'altro, solo sodisfacendosi d'haver vendicata la vecchia offesa. Però gli Egizi dipingevano nel detto modo il Leone per la vendetta.

DONNA, armata, con una Fiamma di foco sopra all'Elmo, avrà mozza la sinistra mano, e tenendo gli occhi fissi al tronco del braccio dimostri, con l'aspetto turbato, maninconia, e rabbia; dall'altra mano terrà il Pugnale in atto di voler ferire, sarà vestita di rosso, e a canto avrà un Corvo con uno Scorpione in bocca, il quale punga con la punta della coda il Corvo nel collo. L'Armatura, dimostra, il valore, e la fortezza del corpo esser necessario alla vendetta de' danni ricevuti. Il Fuoco, è indicio del moto, e del fervore del sangue intorno al core, per ira, e per appetito di vendetta, à, che corrisponde l'aspetto turbato. Et guarda il tronco del braccio, perché non è cosa alcuna, che inanimi maggiormente alla Vendetta, che la memoria fresca de' danni ricevuti. Et però è dimostrata co'l Corvo, punto dallo Scorpione, dal, che l'Alciato tira un suo Emblema dicendo:
Raptabat volucres captum pede Cornus in auras
Scorpion, audaci præmia porta gulae
Ast ille infuso sensim per membra veneno,
Raptorem in Stygias compulit ultor aquas. O risu res digna, aliis qui fata parabat
Ipse perit, propriis succubuitque dolis.