iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
wwww.asim.it - www.archivi.info

ICONOLOGIA

Biblioteca

Stampa

Studio

Storia

 

Vedi TABELLA: ICONOLOGIA

Torna alla Lista 

Voce SONNO
Descrizione UOMO, corpolento, e grave, vestito di pelle di Tasso, stando sopra un letto di Papavero, e una Vite carica d'Uva matura gli farà ombra, e avrà una Grotta vicina, ove si veda un Zampollo d'Acqua.

IL Doni per lo Sonno un uomo, che dorme trà dui Tassi, con alcuni Ghiri appresso, i quali sono animali inclinatissimi a dormire.

UN Giovane, con l'Ali alle Spalle, e con un Corno, onde esca fumo nella man destra; sarà languido con due vesti, una bianca di sopra, che copra fino alla cintola, e l'altra di sotto nera, e lunga; nella sinistra mano terrà una verga. Perché il Sonno nell'oscurità della notte commodamente si fomenta, si dipinge con la veste nera, e con la bianca, perché l'uno, e l'altro tempo può servire a' bisognosi di esso. Il Corno, di cui esce il fumo, dimostra la cagione del Sonno essere i Vapori, i quali, salendo alla testa, lo cagionano, e per mezzo di esso si risolvono. La Verga si dipinge per lo costume antico, che diede a Mercurio la Verga con la quale dispensava a' mortali, o il sonno, o la morte, come i Poeti raccontano. Et Virgilio nel V. dell'Eneide, descrivendo il Sonno, che fece cadere Palinuro dalla nave nel Mare, dice, che portava un Ramo infuso, e bagnato nell'onde Stigie. L'Ali, e l'età giovanile dimostrano la velocità del sonno, e la piacevolezza dell'hore, che dormendo si spendono. Però disse Seneca:
O' Sonno, almo ristoro a le fatiche
De' mortali e de l'animo quiete,
E del viver human la miglior parte,
O' de la bella Astrea veloce Figlio,
E de la Morte languido Fratello,
Che insieme mesci il vero e la bugia,
E quel, che dee venir chiaro ci mostri
Con certo e spesso (ahimè) con tristo nuncio,
Padre di tutto, porto de la vita,
Riposo della luce e de la notte
Fido compagno, tu non più riguardi
Al Rè ch'al servo, ma vieni egualmente