iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce SILENZIO
Descrizione In Apuleio.
UOMO, senza Faccia, con un Cappelletto in Testa, ignudo, con una pelle di Lupo attraverso, e tutto il corpo suo sarà pieno d'occhi, e d'orecchi. Questo Uomo senza faccia, dimostra, che con tutto il viso si parla, e prestamente con la lingua, tacitamente con gli occhi, con la fronte, e con le ciglia, e però per dar ad intendere il Silentio, Appuleio formò questa Imagine. Il Cappello sopra alla Testa, significa la libertà, che l'uomo ha di parlare, e di tacere, ma sopra di una Testa senza lingua dimostra esser meglio il tacere, che il parlare, quando non sia necessario, perché gli occhi, e gli orecchi per la veste avvertiscono, che molto si deve vedere, e udire, ma parlar poco, come accenna la pelle del Lupo, perché il Lupo, se vede alcuno, avanti, che sia veduto da lui, gli fà perdere subito la parola, in modo, che con gran sforzo quello, che è veduto a pena può mandar fuori un debolissimo suono, e tacendo, a gran passi, questo animale se ne fugge con la preda rapita. Però giudicaro gli antichi, che si dovesse adoperare per memoria del Silentio.

Marciano. UN Giovanetto, che si tenga il dito indice alla Bocca, in atto di far cenno, che si taccia, che nella sinistra mano tenga un Persico con le Foglie. Questo frutto fù dedicato ad Arpocrate, perché il suo arbore ha le foglie simili alla lingua humana, e i frutti simigliano al core, e manifestandosi per la lingua quello, che è nel core, spesse volte con grandissimo pregiudicio si manda a memoria in questo modo il prezzo, e lo studio del Silentio. Però si scrive, che Minerva, Dea della Sapienza, scacciata da sé la Cornacchia, uccello loquace, e ciarliero, non dovendo l'uomo prudente perdere tempo in molte parole vane, ma tacendo considerare le cose, e dirne poi solo quello, che è necessario. Si fà Giovane, perché ne' Giovani principalmente il Silentio è segno di modestia, e effetto virtuoso, seguitando l'uso de gli antichi, che dipingevano Arpocrate giovane, con l'ali e co'l viso di color nero, perché il silentio è amico della notte, come dicono i Poeti.

DONNA, con una Benda legata attraverso del viso, che le ricopra la Bocca.È sentenza di Macrobio, che la Figura di Angerona, con la Bocca legata, e suggellata, insegni, che chi sà patire, e tacere, dissimulando gli affanni, li vince al fine facilmente, e ne gode poi vita lieta, e piacevole.

L'Ariosto. Nè mi par di dover tralasciare i versi del Ariosto, che dicono:
Il Silentio va intorno e fà la scorta,
Hà le scarpe di Feltro e 'l Mantel bruno
Et a quanti n'incontra di lontano,
Che non debba venir, cenna con mano.

UOMO, vecchio, il quale si tenga un dito alle labbra, e appresso vi sarà un'Occa con un sasso in bocca; perché l'età senile persuade facilmente il Silentio, come quella, che confida più ne' meriti, e nella fama acquistata, che nelle parole. Si fà il Silentio da alcuni di questa età. L'Occa, è molto dedita al continovo stridere, e ciangottire con molta garrulità, e senza consonanza, o armonia alcuna. Però tenendo il sasso in bocca c'insegna, che non ci trovando noi atti a poter parlare in modo, che ne potiamo acquistar lode, dobbiamo tacere più tosto, acciò che se non si accresce, almeno non si sminuisca l'opinione del nostro sapere, essendo, che il Silentio agguaglia i più ignoranti a' più dotti. Et però diceva un Savio, che l'uomo si assimigliava alle pentole, le quali non si conoscono se siano sane, o rotte, se non si fanno sonare. Et Socrate, dovendo dar giudicio di un nuovo scolare della sua scola, disse di volerlo sentir parlare, per poterlo vedere. Scrive Ammiano dell'Ocche, che, partendosi per lo troppo calore del Sole dall'Oriente verso Occidente, e essendo loro necessità passare per lo Monte Tauro, ove è grande abondanza d'Aquile, timide della forza loro, per non manifestarsi con lo strepito naturale della bocca, prendono con essa un sasso, e lo sostentano sino, che sieno fuori del pericolo. Et perché da alcuni Scrittori questo istesso si attribuisce alla Grue, però questa in cambio di quella si fà alle volte da Dipintori.

FANCIULLO, come si è detto, co'l dito alla bocca, con l'Ali alle spalle di color nero, stà sedendo, e mostrando di non potersi reggere in piedi, per difetto della debolezza delle gambe, tiene in mano un Corno di dovizia, e d'intorno alcuni Vasi pieni di Lentichie, e d'altri legumi, con le Persiche, che sono le primitie, che al Silentio per Religione si offerivano. Gli si farà ancora appresso un Cocodrillo, il quale, non havendo lingua da fare alcuna sorte di strepito, a ragione si potrà dire hieroglifico del Silentio.