iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce SCULTURA
Descrizione GIOVANE, bella con l'acconciatura della Testa semplice, e negligente sopra la quale sarà un Ramo di Lauro verde, si farà vestita di drappo di vago colore, con la destra mano sopra al capo di una statua di sasso, nell'altra tenga varij istromenti necesarij per l'essercizio di quest'arte, co' piedi posati sopra un ricco Tappeto. Si dipinge la Scoltura di faccia piacevole, ma poco ornata, perché, mentre con la fantasia l'uomo s'occupa in conformare le cose dell'arte con quelle della Natura, facendo l'una, e l'altra simigliante, non può impiegarsi molto nella cura del corpo. Il Ramo del Lauro, che nella severità del verno conserva la verdezza nelle sue frondi, dimostra, che la Scoltura nell'opere sue si conserva bella, e viva contro alla malignità del tempo. Il vestito di drappo di vago colore, sarà conforme alla Scoltura istessa, la quale si essercita per diletto, e si mantiene per magnificenza. La Mano ancora sopra alla Statua, dimostra che, se bene la Scoltura è principalmente oggetto dell'Occhio, può esser medesimamente ancora del Tatto, perché la quantità soda circa la quale, artificiosamente composta con imitatione della Natura, si essercita quest'arte, può essere egualmente oggetto, e dell'Occhio, e del Tatto. Onde sappiamo, che Michelangelo Buonarota, lume, e splendore di essa, essendogli in vecchiezza per lo continovo studio mancata quasi affatto la luce, soleva co'l Tatto palpeggiando le statue, o antiche, o moderne, che si fossero, dar giudicio, e del prezzo, e del valore. Et in ciò quest'arte avanza la Pittura, la quale è medesimamente imitatione di forme accidentali, e di corpi composti, e è superiore alla Scoltura in quel, che appartiene all'occhio per l'uso de' colori, de' lumi, e ombre, che adopra necessariamente, le quali nè al tutto sono sensibili, nè può esser intentione dello Scoltore dimostrarle all'occhio, per non si stender fuora de' suoi termini. Il Tappeto sotto i piedi, dimostra, come si è detto, che dalla magnificenza vien sostenuta la Scoltura, e, che senza essa sarebbe vile, o forse nulla.