iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce QUIETE
Descrizione DONNA, che stia in piedi sopra una base di Figura Cubica, con la man destra sostenga un Perpendicolo. La Figura Cubica, come riferisce Platone, secondo il parere di Timeo Locrense, discepolo di Pitagora, il quale imparò la dottrina sua in gran parte de gli Egizi, significa la Terra, che con difficoltà si muove, per esser nel luogo suo proprio, che è il centro dell'Universo, e riposandosi quietamente si dimostra per cagione della sua quiete, e venendo questa principalmente, e immediatamente mostrata, a ragione si potrà dire, che il Cubo significhi quiete, e riposo, stando egualmente posato in tutti i modi, e movendosi con difficoltà. Il Perpendicolo, ci dimostra, che la quiete, e il riposo di tutte le cose è il fine, e la perfettione di esse; ma, perché non possono mantenersi in quiete nè pure gli Elementi semplici, che non hanno composizione, anzi, che si generano, e corrompono per lo mantenimento de' composti, li quali medesimamente si compongono, e risolvono di continuo, e ne' cieli, che sono incorrottibili vediamo chiaramente un perpetuo moto, quindi è che, non conoscendo noi realmente la quiete, diciamo essere il cessare del moto, il quale non potendo giustificare co'l senso, andiamo imaginando con l'intelletto; e perché della quiete noi parliamo in rispetto dell'uomo, il quale è misura di tutte le cose, diremo all'hora esso quietarsi quando i suoi moti del pensiero, e dell'attioni sono regolati, e retti in modo, che dirittamente vadino a ferire al lungo della quiete sua, che è l'altra vita apparecchiata a' Beati, per quietarsi eternamente, come il Perpendicolo, che è grave, e fuori del suo luogo naturale, stà dirittamente pendendo per arrivare muovendosi naturalmente al punto imaginato dell'Orizonte, ove è la sua quiete.

DONNA, d'aspetto grave, e venerabile, sarà vestita di nero, che porti seco qualche segno di Religione, sopra all'acconciatura della testa vi starà un nido, dentro del quale si veda una Cicogna tutta pelata per la vecchiezza, la quale si riposa nel nido, e è nutrita dalla pietà de' Figliuoli. La vera quiete, è impossibile, come habbiamo detto, poterla ritrovar compita in questo mondo. Con tutto ciò un certo cessar da' negotij d'importanza per menare vita senza pensieri, che mantengono con ansietà la mente si dimanda volgarmente Quiete; e è solo un lasciar altrui per attendere a se stesso; e però è molto riprensibile nel consortio de gli uomini, e nel viver politico privarsi di quella felicità, che viene dal giovamento, che sentono i parenti, e gli amici dall'opra d'un Cittadino, utile alla sua patria, se non si fà per cagione di Religione, la quale sola merita, che si lasci da banda ogni altro interesse; e però si dipinge detta Figura in abito religioso, grave, e venerabile, non essendo ogni uomo atto a seguitar con lode tal sorte di vita, che ha bisogno d'intero giudicio, e di salda intentione, notata nell'aspetto del viso, e nella composizione del corpo, come racconta Aristotele nel lib. di Fison. Il Vestimento nero, mostra la fermezza de' pensieri, e la quiete della mente, non essendo atto questo colore a pigliar de gli altri, come si è detto altrove. Ancora dimostra, che l'uomo, che attende alla propria quiete è oscuro appresso al Mondo, non si rendendo famoso nel superar le difficoltà della vita con utile del prossimo. Per la Cicogna, s'impara, che in vecchiezza principalmente si deve procurare quella poca quiete, che si può trovare, quando stanchi, e satij delle cose terrene, e caduche, con più ardore, e maggior fede, aspiriamo alle celesti, e perpetue.