iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce AURORA
Descrizione Aurora secondo il Vasari nella vita di Taddeo Zucchero.
UNA fanciulla di quella bellezza, che i Poeti s'ingegnano d'esprimere con parole, componendola di rose d'oro, di porpora, di rugiada, di simili vaghezze, e questo quanto a i colori, e carnagione. Quanto all'abito, componendone pur di molti uno che paia più al proposito si ha da considerare, che ella, come ha tre stati e tre colori distinti, così ha tre nomi, Alba, Vermiglia e Rancia; per questo gli farei una vesta fino alla cintura, candida, sottile, e come trasparente, dalla cintura infino alle ginocchia una sopraveste di scarlatto, con certi trinci e gruppi, che imitassero quei suoi riverberi nelle nuvole, quando è vermiglia, dalle ginocchia in giù fino a piedi, di color d'oro, per rappresentarla quando è rancia, avvertendo, che questa veste deve esser fessa, cominciando dalle coscie, per fargli mostrare le gambe ignude, e così la veste, come la sopra veste siano scosse dal vento, e faccino pieghe, e svolazzi. Le braccia vogliono essere ignude ancor'esse d'incarnagione pur' di rose. Ne gli omerii gli si facciano l'ali di varij colori, in testa una corona di rose, nelle mani gli si ponga una lampada, o una facella accesa, overo gli si mandi avanti un Amore, che porti una face, e un altro dopo, che con un'altra svegli Titone. Sia posta a sedere in una sedia indorata, sopra un carro simile, tirato, o da un Pegaso alato, o da dua cavalli, che nell'un modo, e nell'altro si dipinge. I colori de' cavalli siano dell'uno splendente in bianco, dell'altro splendente in rosso, per denotargli secondo i nomi, che Homero dà loro di lampo, e di Fetonte, facciasi sorgere da una marina tranquilla, che mostri di esser crespa, luminosa e brillante.

GIOVANETTA alata, per la velocità del suo moto, che tosto sparisce, havrà le mani piene di fiori; perché al suo apparire s'aprono i fiori, che per la notte s'erano serrati.

UNA fanciulla di color incarnato con un manto giallo in dosso, avrà in mano una Lucerna fatta all'antica accesa, starà a sedere sopra il Pegaso Cavallo alato, perché da Homero in più luoghi ella è chiamata krokopeplos, che vuol dire velata di giallo, sì come nota Eustathio Commentatore d'Homero nel 2. lib. dell'Odissea, e Virgilio ne i suoi Epigrammi dice:
Aurora Oceanum croceo velamine fulgens Liquit.
Et Ovidio nel 3. lib. dell'Arte di Amare, nota il colore incarnato, dicendo:
Nec Cephalus roseae praeda pudenda deae.
Il medesimo Eustathio nel luogo sopradetto dice, che ella va in sul cavallo Pegaseo per la velocità, e perché l'Aurora è molto amica de' poeti, e desta gli spiriti a capricij ingegnosi, e piacevoli.

GIOVANETTA alata, di color incarnato con manto giallo; nel braccio sinistro tiene un Cestello pieno di varij fiori, e nella stessa mano tiene una facella accesa, e con la destra sparge fiori.