iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce POESIA
Descrizione GIOVANE, bella, vestita di azurro celeste, sopra il qual vestimento vi saranno molte Stelle, sarà coronata di Alloro, mostri le Mammelle ignude, piene di latte, co'l viso infiammato, e pensoso, con tre Fanciulli alati che, volandole intorno, uno le porga la Lira, e il Plettro, l'altro la Fistola, e il terzo la Tromba; e non volendo rappresentare i tre Fanciulli, per non ingombrare troppo il luogo, i detti istromenti si posaranno appresso di essa. Si dipinge Giovane, e bella, perché ogni uomo, ancorché rozzo, è alterato dalla sua dolcezza, e tirato dalla sua forza. Si corona di Lauro, il quale stà sempre verde, e non teme forza di Fulmine celeste, perché la Poesia fà gli uomini immortali, e gli assicura da colpi del tempo, il quale suol tutte le cose ridurre all'oblivione. La Veste, con le Stelle, significa la divinità, per conformità di quello, che dissero i Poeti haver origine dal Cielo. Le Mammelle piene di latte mostrano la fecondità de' concetti, e dell'inventioni, che sono l'anima della Poesia.È pensosa, e infiammata nell'aspetto, perché il Poeta ha sempre l'anima piena di velocissimi moti, somiglianti al furore. I tre Fanciulli, sono le tre maniere principali di poetare, cioè Pastorale, Lirico, e Heroico, non imparate, ma infuse nella mente, dicendosi per commune opinione, che i Poeti nascono, e gli Oratori si fanno. Infinite cose si potrebbono dire della Poesia, senza variar dal nostro proposito, ma hormai ogni bello spirito tanto ne sà, per lo molto essercizio delle Accademie, e Scole d'Italia, che sarebbe un voler dar lume alla luce del Sole volerne scrivere in questo luogo. Del, che mi saranno testimonio certo in Perugia mia patria, l'Accademia de gl'Insensati, illustre già molti anni, e in Roma, che è sempre principale in tutte le cose, quella de gl'Incitati, la quale rende maraviglia non pure a se stessa, ma all'Italia, e a tutto il Mondo, per li nobili parti de gl'ingegni, che essa nodrisce, i quali tutti insieme lei rendono nobile, come ella poi ciascuno separatamente rende famoso. Tra questi è noto il Cavaliero Guarnello, avezzo per molti anni a ricrear le menti de' Principi con le Poesie, e se stesso con la fama di se medesimo. È per la buona via ancora della Fama il Sig. Cristoforo Castelletti, Baldo Cataneo. Et il Sig. Antonio de' Pazzi, Cavaliere Gerosolimitano, al presente Principe di detta Accademia, ha havuto sì felice gratia dal cielo nel poetare, che basta solo per dare a lei quella Fama, che a molte altre tutti gli Accademici insieme a pena mantengono. Tra questi ancora non tiene l'ultimo luogo il sig. Pier Lione Casella che, oltre l'esser Eccellente compositore di Poesia, è di buonissimi costumi e di vita essemplare. Che dirò del Sig. Porfirio Feliciani? potente a seminare ne gli animi quelle passioni, che vuole, e a dar loro i costumi, che desidera? Et del mio cariss. Sig. Luca Valerio, ingegnioso nelle cose Poetiche, come raro nelle Matematiche? Questo medesimo grido si manterrà, e accrescerà nel Sig. Antonio Decio con l'Acripanda Tragedia nuovamente composta da lui. Ma già mi avveggo della lunghezza, e me ne pentirei, se non dubitassi, che la giustizia, la quale consiste ancora nell'honorare altrui conforme a' meriti, non venisse in parte fraudata da me.

DONNA, vestita del colore del Cielo, nella sinistra mano tenga una Lira, e con la destra il Plettro, sarà coronata di Alloro, e a' piedi vi sarà un Cigno. Si veste del color del Cielo, perché il Cielo in Greco si dice Uranos, e la Musa, che dà Spirito di Poesia Urania; e per testimonio di tutti i Poeti, non può un uomo essere valente in queste arti, se non è di particolare talento del Cielo dotato, e però si dicono i Poeti haver origine dal Cielo, come si è detto. La Lira si dà in mano perché molto giova alla consonanza della Poesia l'armonica consonanza del suono, e in particolare si servivano anticamente di questo istromento quelli, che contavano cose basse, onde dall'istessa Lira furono Lirici nominati. La Corona di Alloro dimostra, che l'intento di tutti i Poeti non è altro, che di acquistare fama ove tutte le altre professioni hanno mescolato seco qualche utile, e l'Alloro non ha cosa più mirabile in sé, che la viridità delle foglie perpetua, come essi la vivacità del nome. Il Cigno in vecchiezza continovamente va meglio articolando la voce, per estenuarsi la gola; e così i Poeti continovamente vanno megliorando nell'arte loro con gli anni, come si racconta di Edipo Coloneo, e di altri.

DONNA, con l'Ali in testa, coronata di Lauro, con la sinistra tenga un Libro, e con la destra uno Scettro similmente di Lauro. Per l'Ali si conosce la velocità, e forza dell'intelletto, e per l'Alloro, oltre a quel, che habbiamo già detto, si nota la fatica, e diligenza, perché nelle foglie sue vi è grandissima amarezza, come è grandissima fatica ridurre a perfettione un'opra, che possa portar lode, e gloria all'auttore di essa. Di ciò habbiamo essempio vicinissimo a' tempi nostri, oltre a gli altri, nel Poema Latino di Giacomo Sannazzaro, il quale sappiamo in venti anni continui, e più essersi ridotto nel termine, che hora si stampa, e con la brevità, che si vede.

DONNA, vestita del colore del Cielo, nella sinistra mano tenga una Lira, e con la destra il Plettro, sarà coronata di Alloro, e a' piedi vi sarà un Cigno. Si veste del color del Cielo, perché il Cielo in Greco si dice Uranos, e la Musa, che dà Spirito di Poesia Urania; e per testimonio di tutti i Poeti, non può un uomo essere valente in queste arti, se non è di particolare talento del Cielo dotato, e però si dicono i Poeti haver origine dal Cielo, come si è detto. La Lira si dà in mano perché molto giova alla consonanza della Poesia l'armonica consonanza del suono, e in particolare si servivano anticamente di questo istromento quelli, che contavano cose basse, onde dall'istessa Lira furono Lirici nominati. La Corona di Alloro dimostra, che l'intento di tutti i Poeti non è altro, che di acquistare fama ove tutte le altre professioni hanno mescolato seco qualche utile, e l'Alloro non ha cosa più mirabile in sé, che la viridità delle foglie perpetua, come essi la vivacità del nome. Il Cigno in vecchiezza continovamente va meglio articolando la voce, per estenuarsi la gola; e così i Poeti continovamente vanno megliorando nell'arte loro con gli anni, come si racconta di Edipo Coloneo, e di altri.

DONNA, con l'Ali in testa, coronata di Lauro, con la sinistra tenga un Libro, e con la destra uno Scettro similmente di Lauro. Per l'Ali si conosce la velocità, e forza dell'intelletto, e per l'Alloro, oltre a quel, che habbiamo già detto, si nota la fatica, e diligenza, perché nelle foglie sue vi è grandissima amarezza, come è grandissima fatica ridurre a perfettione un'opra, che possa portar lode, e gloria all'auttore di essa. Di ciò habbiamo essempio vicinissimo a' tempi nostri, oltre a gli altri, nel Poema Latino di Giacomo Sannazzaro, il quale sappiamo in venti anni continui, e più essersi ridotto nel termine, che hora si stampa, e con la brevità, che si vede.