iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce PITTURA
Descrizione DONNA, bella, co' capelli negri, e grossi, sparsi, e ritorti in diverse maniere, con le ciglia inarcate, che mostrino pensieri fantastichi; si copra la bocca con una fascia legata dietro a gli orecchi, con una Catena d'oro al collo, dalla quale penda una Maschera, e habbia scritto nella fronte Imitatio. Terrà in una mano il Pennello, e nell'altra la tavola, con la veste di drappo cangiante, la quale le copra i piedi, e a' piè di essa si potranno fare alcuni istromenti della Pittura, per mostrare, che la Pittura è essercizio nobile, non si potendo fare senza molta applicatione dell'intelletto, dalla quale applicatione sono cagionate, e misurate appresso di noi tutte le professioni di qual si voglia sorte (non facendo l'opere fatte a caso, quantunque perfettissime alla lode dell'Autore, altrimente, che se non fossero sue). Si dipinge questa imagine molto bella, e, che la bellezza noti nobiltà, si vede, perché: l'una, e l'altra è perfettione, e l'una, e l'altra è degna d'Imperio; e secondo il detto di Homero ambedue piacciono, e dilettano, muovono, e innamorano, ma l'una, che è corporale, primieramente i sensi, l'altra, che è intellegibile l'intelletto; anzi non pure sono simili, ma l'istesse riputate da molti Filosofi, e volgarmente si suol credere, che dove sono belle qualità del corpo vi sieno per lo più quelle dell'animo, e dove è bellezza vi sia nobiltà. I Capelli della testa si fanno neri, e grossi, perché stando il buon Pittore in pensieri continovi dell'imitatione della natura, o dell'arte, in quanto dà prospettiva, e è oggetto dell'occhio, e per questo bisognandogli quasi continovamente havere per la fantasia tutti gli effetti visibili della natura, viene per tal cagione a prendere molta cura, e maninconia, che genera poi adustione, come dicono i Medici, dalla quale naturalmente ne gli uomini con molti altri questo particolare accidente si produce. Saranno i Capelli hirsuti, e sparsi in alto, e in diverse parti, con anellature, che appariscano prodotte dalla negligenza, perché nascono questi esteriormente dalla testa, come interiormente ne nascono i pensieri, e i fantasmi, che sono mezzi come alle speculationi, così ancora all'opere materiali. Le Ciglia inarcate mostrano maraviglia. Et veramente il Dipintore si estende a tanto sottile investigatione di cose minime in se stesse per aiuto dell'arte sua, che facilmente n'acquista maraviglia, e maninconia. La Bocca ricoperta è indicio, che non è cosa, che giovi quanto il silentio, e la solitudine; però si riserrano i Pittori in luoghi secreti, non perché temino riprensione dell'imperfetto lavoro, come volgarmente si stima. Tiene la Catena d'oro, onde pende la Maschera, per mostrare, che l'Imitatione è congiunta con la Pittura inseparabilmente. Gli Anelletti della Catena mostrano la conformità di una cosa, con l'altra, e la congiuntione, perché non ogni cosa, come dice Cicerone nella sua Retorica, il Pittore impara dal Maestro, ma con una sola ne apprende molte, venendo per la conformità, e similitudine congiunte, e incatenate insieme. La qualità dell'Oro dimostra, che quando la Pittura non è mantenuta dalla nobiltà facilmente si perde, e la Maschera mostra l'imitatione conveniente alla Pittura. Gli antichi dimandavano Imitatione quel discorso che, ancorché falso, si faceva con la guida di qualche verità successa, e perché volevano, che que' Poeti, a quali mancava quella parte, non fossero Poeti riputati, così non sono da imitarsi i Pittori, che non l'hanno, essendo vero quel detto triviale, che la Poesia tace nella Pittura, e la Pittura nella Poesia ragiona; vero è, che sono differenti nel modo dell'imitare, procedendo per opposizione, perché gli accidenti visibili, che il Poeta con l'arte sua fà quasi vedere con l'intelletto, per mezzo di accidenti intelligibili, sono prima considerati dal Pittore, per mezzo delli quali fà poi, che la mente intende le cose significate; e non è altro il Piacere, che si prende dall'una, e dall'altra di queste professioni, se non, che a forza d'arte, quasi con inganno della natura, fà l'una intendere co' sensi, e l'altra sentire con l'intelletto. Hà bisogno dunque la Pittura della imitatione di cose reali, il che accenna la Maschera, che è ritratto della faccia dell'uomo. Et la veste cangiante mostra, che la varietà particolarmente diletta, come mostrano i piedi ricoperti, che quell . . .