iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
wwww.asim.it - www.archivi.info

ICONOLOGIA

Biblioteca

Stampa

Studio

Storia

 

Vedi TABELLA: ICONOLOGIA

Torna alla Lista 

Voce PAZIENZA
Descrizione DONNA, vestita di berettino accompagnato co'l Taneto, con un giogo in spalla in sembiante modesto, e humile. La Patienza consiste in tollerare fortemente le cose avverse, e è uno de' principali effetti della fortezza, la quale si stende fino al sofferire il giogo della servitù, con l'animo intrepido, e costante, quando la necessità lo richiede. Però fù da savij notato Catone d'animo vile perché volle uccidere se stesso, più tosto, che vivere sotto il governo del Tiranno. Il vestimento del colore detto significa Patienza, per avvicinarsi molto al nero, il quale nota in questo proposito mortificatione, mala sodisfattione, e dolore; nondimeno, perché la virtù frà le avversità non si smorza affatto, si deve fare di color berettino, che ritiene quella poca di vivacità, che è la speranza di cambiar fortuna frà le miserie, e è un aspettare all'occaso del Sole, che di nuovo sorga la luce bella, e chiara, per illuminare il giorno oscurato nelle miserie. Il Giogo è significativo della Patienza, la quale, come si è detto, si essercita solo nel tolerare le avversità, con animo costante, e tranquillo. Et in questo proposito disse Cristo Signor Nostro, che il suo giogo era soave per lo premio, che si aspetta dopo l'osservanza de' suoi santi commandamenti, che sono un giogo al quale volentieri sottomette il collo ogni Christiano, che habbia zelo dell'honor di Dio.

DONNA, con un Torchio acceso in una mano, con la quale versi cera liquefatta sopra l'altro braccio ignudo, e a piedi per terra vi saranno alcune Lumache, le quali si pongono per la Patienza, per secondare i tempi, e starsi molti giorni rinchiuse nelle loro cocciole, finché viene il tempo a proposito da uscir fuora.

DONNA, vestita di berettino, con le mani legate da un paro di manette di ferro, e a canto vi sarà uno Scoglio, dal quale esca acqua a goccia a goccia, e cada sopra le manette di detta figura. Per la quale si mostra, che ad un uomo, che sà aspettare ogni cosa succede felicemente, e ancorché i principij di fortuna siano cattivi, aiutati poi da qualche favor del Cielo, che non lascia mai senza premio i meriti dell'uomo, in un punto nasce quel bene, che molti anni si era in vano desiderato. Di questa sorte di Patienza, e dell'esito felice habbiamo a' dì nostri memorabili essempij nella Corte di Roma, essendo solo per la patienza di una assidua servitù molti arrivati all'honor del Cardinalato, e d'altri gradi importanti della Hierarchia Ecclesiastica, ove, come Città fabricate nell'alte montagne, sono esposti a gli occhi di tutto il Mondo, e hanno occasione di farsi chiari per la virtù dell'animo, come sono celebri per la dignità, e grandezza esteriore. Ma quando bene non succedesse, che alla patienza fosse guiderdone la libertà in questa vita, come non si vede così spesso, che la forza dell'acqua consumi il ferro, non dobbiamo però perderci d'animo, sapendo le promesse fatteci per la bocca di Cristo Nostro Signore, che consistono in beni non corrottibili, dicendo In patientia vestra possidebitis animas vestras, e, che è solito castigare, e correggere in questa vita quelli, che ama, e desidera premiare nell'altra.

DONNA, di età matura, a sedere sopra un sasso, con le mani in modo, che mostri segno di dolore, e con li piedi ignudi sopra un fascio di spine. La Patienza si scopre nel sopportare i dolori del corpo, e dell'animo, però si dipinge la presente figura in questo atto. Le spine sono quelle punture, che toccano nell'onore, o nella robba, o nella vita, le quali, se bene pungono i piedi, cioè danno fastidio nel corso degli affetti terreni, nondimeno lasciano libera la testa, e le altre membra più nobili, perché un'anima ben regolata, e ben disposta sopra alla stabilità della virtù non prova il danno fondato nelle cose terrene. Il sedere sopra il sasso dimostra esser dura cosa saper reggere la patienza con animo tranquillo, ma che facilmente si supera.