iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce MUSICA
Descrizione DONNA, giovane, a sedere sopra una Palla di color celeste, con una Penna in mano, tenga gli occhi fisi in una carta di Musica, stesa sopra un'Incudine, con le Bilancie a' piedi, dentro alle quali siano alcuni Martelli di ferro. Il sedere dimostra essere la Musica un singolar riposo dell'animo travagliato. La Palla, scopre, che tutta l'armonia della Musica sensibile si riposa, e fonda nell'armonia de' Cieli, conosciuta da' Pitagorici, della quale ancora noi per virtù d'essi participiamo, e però volentieri porgemo gli orecchi alle consonanze armoniche, e musicali. Et è opinione di molti antichi gentili, che senza consonanze musicali non si potesse haver la perfettione del lume da ritrovar le consonanze dell'anima, e la simmetria, come dicono i Greci, delle virtù. Per questo si scrive da' Poeti, li quali furono autentici Secretarij della vera Filosofia, che havendo i Cureti, e Coribanti tolto Giove ancor fanciullo dalla crudeltà di Saturno suo padre, lo condussero in Candia, acciò che quivi si nudrisse, e allevasse, e per la strada andarono sonando sempre Cembali, e altri istromenti di rame, interpretandosi Giove moralmente per la bontà, e sapienza acquistata, la quale non si può allevare, nè crescere in noi senza l'aiuto dell'armonia musicale di tutte le cose, la quale occupando d'intorno l'anima, non possono penetrare ad havere nostra intelligenza gli habiti contrarij alla virtù, che sono padri, per esser prima in noi l'inclinatione al peccato, che gli atti virtuosi, e lodevoli.È ancora Giove scampato sano dalle mani di Saturno, quella più pura parte del Cielo incorrottibile, contro la quale non può essercitare le forze sue il Tempo, divoratore di tutti gli elementi, e consumatore di tutte le composizioni materiali. Furono alcuni de' gentili, che dissero i Dei essere composti di numeri, e armonie, come gli uomini d'anima, e di corpo, e, che però ne' sacrificij loro sentivano volentieri la Musica, e la dolcezza de' suoni, e canti. Et di questo tutto dà cenno, e indicio la figura, che siede, e si sostenta sopra il Cielo principalmente. Il libro di Musica mostra la regola vera da far participar altrui l'armonie in quel modo, che si può per mezzo de gli occhi. Le Bilancie mostrano la giustezza ricercarsi nelle voci per giudicio de gli orecchi, non meno, che nel peso per giudicio de gli altri sensi. L'Incudine si pone perché si scrive, e crede quindi haver havuto origine quest'arte, e si dice, che Avicenna con questo mezzo venne in cognizione, e si diede a scrivere della convenienza, e misura de' tuoni Musicali, e delle voci, e così un leggiadro ornamento accrebbe al consortio, e alla conversatione de gli uomini.

DONNA, che con ambidue le mani tiene la Lira di Apolline, e a' piedi ha varij stromenti Musicali. Gli Egizi per la Musica fingevano una Lingua con quattro denti, come ha raccolto Pierio Valeriano diligente osservatore dell'Antichità.

DONNA, con una veste piena di diversi istromenti, e diverse cartelle, nelle quali siano segnate le note, e tutti i tempi di esse. In capo terrà una Mano Musicale acconciata frà' capelli, e in mano una Viola da gamba, o altro istromento Musicale.

SI dipingono alla riva d'un chiaro fonte quasi in circolo molti Cigni, e nel mezzo un giovanetto con l'Ali alle spalle, con faccia molle, e delicata, tenendo in capo una Ghirlanda di fiori, il quale rappresenta Zefiro, in atto di gonfiare le gote, e di spiegare un leggiero vento verso i detti Cigni, per la ripercussione di questo vento parerà, che le piume di essi dolcemente si muovano perché, come dice Eliano, questi uccelli non cantano mai, se non quando spira Zefiro, come i Musici, che non sogliono volentieri cantare, se non spira qualche vento delle loro lodi, e appresso persone, che gustino la loro armonia.

DONNA, che suoni la Cetra, la quale habbia una corda rotta, e in luogo della corda vi sia una Cicala. In capo habbia un Rusignolo, uccello notissimo, a' piedi un gran vaso di Vino, e una Lira co'l suo arco. La Cicala posta sopra la Cetra significa la Musica, per un caso avvenuto d'un certo Eunomio, al quale, sonando un giorno a concorrenza con Aristosseno Musico, nel più dolce del sonare si ruppe una Corda, e subito sopra quella Cetra andò volando una Cicala, la quale co'l suo canto soppliva al mancamento della Corda; così fù vincitore della concorrenza Musicale, Eunomio, per benefizio della Cicala, e in memoria di tal fatto i Greci drizzarono una statua al detto Eunomio con una Cetra, con la Cicala sopra, e la presero per Hieroglifico della Musica. Il Rusignolo era simbolo della Musica per la varia, soave, e dilettevole melodia della voce, perché avertirono gli antichi nella voce di questo uccello tutta la perfetta scienza della Musica, cioè la voce hora grave, e hora acuta, con tutte le altre, che si osservano per dilettare. Il Vino si pone perché la Musica fù ritrovata per tener gli animi allegri, come fà il Vino, e ancora perché molto aiuto dà alla melodia della voce il Vino buono, e delicato; però si dissero i Cureti sonatori andar in compagnia di Bacco da gli antichi Scrittori.