iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce MATEMATICA
Descrizione DONNA, di mezza età, vestita di velo bianco, e trasparente, con l'ali alla testa, le Treccie siano distese giù per le spalle, con un Compasso nella destra mano mostri di misurare una Tavola segnata di alcune figure, e numeri, e sostentata da un fanciullo, al quale ella mostri di parlare insegnandogli; con l'altra mano terrà una Palla grande, figurata per la Terra, co'l disegno delle Zone, e Circoli celesti, e nel lembo della veste sia un fregio intessuto di figure Matematiche, siano i piedi ignudi sopra una Base. Il vestimento trasparente dimostra, che ella sia di aperte, e chiare dimostrationi; nel che avanza facilmente le altre scienze. L'ali alla testa insegnano, che essa con l'ingegno s'inalza a volo alla contemplatione delle cose astratte. La faccia di giovane lasciva conviene alla poesia, e all'altre professioni, che nell'età giovanile oprano la forza loro, e somministrano allegrezza, che è proprietà della gioventù, ma alla Matematica conviene l'aspetto di donna grave, e di matrona nobile, talche nè molte grinze la guastino, nè molta splendidezza l'adorni, perché quelle disdicono ove sia piacevole nobiltà, questa perché arguisce pochi anni, overo poca prudenza, e molta lascivia, il che non è in questa scienza amata da tutti gli uomini dotti, che non si fondano nella vanità delle parole, o de' concetti plebei, da' quali prendono solo materia di nudrirsi gli orecchi de gli uomini più delicati, e meno sapienti. Questo istesso mostrano le treccie sparse senza arte per le spalle, che da sé sole danno ornamento a se medesime. Il Compasso è l'istromento proprio, e proportionato di questa professione, e mostra, che ella di tutte le cose dà la proportione, la regola, e la misura. Sta in atto di tirare il circolo perché, se bene la Matematica è speculativa scienza, denominandola dal suo più vero, e più nobile fine, nondimeno ancora l'uso è fine, se non della scienza, almeno di chi la possiede, essendo necessario, dopo l'acquisto dell'abito d'essa per giovamento de gli altri, manifestarla in qualche modo, e di qui sono nate l'inventioni di Musica, di Prospettiva, di Architettura, di Geometria, di Aritmetica, e d'altre professioni, che tutte date alle stampe, e cavate da' principij di questa scienza continovamente recano gusto a gli studiosi con sodisfattione de gli Auttori, i quali per questi mezzi, come per ampia scala, sagliono alla fama, e alla immortalità. Tali habbiamo molti de gli antichi, e non pochi, che vivono a gloria dell'età nostra, frà' quali hanno luogo Cristoforo Clavio, Gio. Paolo Vernalione, Gio. Battista Raimondo, Luca Valerio, Federico Metio, Pierio Maillardi, Cesare Ruida, Camillo Agrippa, e molti altri, che con esquisita scienza, e con fondamenti, che vivamente possiedono, in premio delle fatiche loro, rendono in questa professione al nostro secolo fama, smarrita mercè d'alcuni che, per l'applauso della fortuna insuperbiti, vogliono esser tenuti uomini di gran sapere in questi studij, stando frà la calce, e i sassi, non sapendo essi, che la virtù è tributari, ama non serva della Fortuna. Conviene adunque, per non deviar molto dal nostro proposito, che ritorniamo a quello, che dicevamo. Il Compasso alla Matematica, e il fregio di triangoli, e di altre figure intorno alla veste mostra che, come sono nel lembo i fregi d'ornamento, e di fortezza, così nelle prove Matematiche questi istessi sono principij, e fondamenti. La Palla con la descrittione della Terra, e con le Zone celesti danno indicio, che la Terra, e il Cielo, nel misurar delle quali si va scambievolmente, non haverebbono prove, se non di poco momento, quando non si sostentassero, e difendessero con le ragioni Matematiche. Il Fanciullo, che sostiene la Tavola, e attende per capire le dimostrate ragioni c'insegna, che non si deve differire la cognizione di questi principij ad altra età, che alla puerile, perché, oltre, che gl'ingegni per lo tempo tuttavia si fanno più rozzi, e meno atti, e con questa si apre come una porta di bel Palazzo, o Giardino, nel quale poi si entra ne gli anni seguenti dell'età, fanno anche uno istromento da segnare nell'intelletto nostro, che è come carta bianca, o tavola rasa, quasi tutte le cose, che, o da valenti uomini, o da libri ci verranno messe inanzi per l'avvenire; e per questo forse principalmente i Greci quel tempo, che noi consumiamo in apprend …