iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce MANSUETUDINE
Descrizione DONNA, vestita d'oro, con un Elefante a canto, sopra del quale posi la destra mano. L'Elefante, nelle lettere de gli antichi Egizi, perché ha per natura di non combattere con le fiere meno possenti di esso, nè con le più forti, se non è grandemente provocato, dà grande indicio di mansuetudine ancora perché, caminando in mezzo di un armento di pecore, che le vengono incontro, si tira da banda, acciò che imprudentemente non le venissero offese, e porta tanta osservanza a così deboli animali, che per la presenza loro, quando è adirato, torna piacevole, e trattabile, oltre a ciò riferisce Plutarco, che se qualche peregrino, caminando per deserti, habbia perduta la strada, e s'incontri nell'Elefante, non solamente non è offeso, ma è ridotto alla via smarrita.

DONNA, di matronale aspetto, con abito lungo, e ampio, tenga frà le braccia, in atto di accarezzare, un picciolo, e mansueto Agnello. Sarà questa donna coronata d'Ulivo co' suoi frutti. L'Agnello significa purità, semplicità, e mansuetudine, non solamente nelle profane lettere Egittie, ma ancora nelle sacre della Religione Christiana. Et gli Auguri gentili adoperavano l'Agnello ne' loro sacrificij solo per la piacevolezza del suo puro, e mansueto animo. Ancora S. Gio. Battista, singolar testimonio de' secreti Celesti, per manifestare sotto semplice velame la mansuetudine di Cristo Signor Nostro, disse Lui essere uno Agnello, che placò a noi co' l proprio sangue sacrificato l'ira di Dio. L'Ulivo è segno di pace, e di mansuetudine, e però i Sacerdoti de gli antichi ne' primi tempi volevano, che tutti i simulacri de' Dei loro fossero fabricati co'l legno dell'Uliva interpretando, che a Dio conviene essere largo donatore delle gratie sue a' mortali, volgendosi con benignità, e mansuetudine a perdonar loro i commessi errori, e a dargli abondanza di tutti i beni. A questo bel Hieroglifico pare, che i Dei consentissero, secondo, che riferisce Herodoto, quando furono pregati da gli Spedauricensi a torre la sterilità del paese loro: al che risposero, che la gratia sarebbe seguita quando havessero fabricati i simolacri di Damia, e di Aurelia di legno di Uliva, e parve, che da indi in poi fino a certo tempo presso a Milesij ardesse, senz'opra di fuoco materiale un tronco di detto legno. Si dice oltre di questo, che l'Olio ha tanta forza contra il furore, che ancora sparso nel Mare quando è turbato, fà cessare la tempesta, e lo fà tornar quieto, e tranquillo.