iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce AMBIZIONE
Descrizione DONNA, giovane vestita di verde, con fregi di hellera, in atto di salire una asprissima Rupe, la quale in cima habbia alcuni Scettri, e corone di più sorte, e in sua compagnia vi sia un Leone con la testa alta. L'Ambizione, come la descrive Alessandro Afrodiseo, è un appetito di Signoria, overo, come dice S. Tomaso, è un appetito inordinato d'onore. Là onde si rappresenta per una donna vestita di verde, perché il cuore dell'uomo ambizioso non si pasce mai d'altro, che di speranza di grado d'onore, e però si dipinge, che saglia la Rupe. I fregi dell'hedera ci fanno conoscere, che come questa pianta sempre va salendo in alto, e rompe spesso le mura, che la sostentano, così l'ambizione non perdona alla Patria, ne a i parenti ne alla religione, ne a chi gli porge aiuto, o consiglio, che non venga continuamente tormentando con l'ingordo desiderio d'essere reputato sempre maggior de gli altri. Il Leone con la testa alta dimostra, che l'Ambizione non è mai senza superbia. Da Cristoforo Landino è posto il Leone per l'ambizione, percioché non fà empito contro chi si gitta in terra, e cede, ma ben contro chi gli resiste; così l'ambizioso cerca d'esser superiore, e accetta chi cede. Onde Plauto disse: Superbus minores despicit, maioribus invidet, e Boetio: Ira intemperantis fremit, ut Leonis animum gestare credant. Et a questo proposito, poiché l'hò alle mani, aggiungerò per sodisfattione de i Lettori un sonetto di Marco Antonio Cataldi, che dice così:
O' DI discordia e risse altrice vera,
Rapina di virtù, ladra d'honori,
Che di fasti, di pompe e di splendori
Sovra il corso mortal ti pregi altera:
Tu sei di glorie altrui nemica fiera,
Madre d'Hipocresia fonte d'errori,
Tu gl'animi avveleni e infetti i cori
Via più di Tisifon, più di Megera.
Tu festi un nuovo Dio stimarsi Annone,
D'Etna Empedocle esporsi al foco eterno,
O di morte ministra Ambizione.
Tu dunque a l'onde Stigie, al lago Averno
Torna, che senza te langue Plutone,
L'alme non senton duol, nulla è l'Inferno.