iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
wwww.asim.it - www.archivi.info

ICONOLOGIA

Biblioteca

Stampa

Studio

Storia

 

Vedi TABELLA: ICONOLOGIA

Torna alla Lista 

Voce FORZA
Descrizione DONNA, robusta, con le corna di Toro in testa, a canto terrà un Elefante, con la proboscide dritta, perché volendo gli Egizi significare un uomo forte lo dimostravano con questo animale, come si legge in Oro Egittio al 2. libro de' suoi Hieroglifici. Le corna ancora, e specialmente di Toro mostrano questo medesimo, onde Catone presso a Cicerone nel lib. della Vecchiezza dice, che quando egli era giovane non desiderava le forze d'un Toro, nè d'un Elefante, prendendo questi due animali come più forti, e gagliardi de gli altri.

FORZA D'AMORE
CUPIDO con l'ali alle spalle, con l'arco, e le saette in mano, e con la faretra al fianco, la mano sinistra alzata verso il Cielo, donde scendono alcune fiamme di fuoco, insieme con molte saette spezzate, che gli piovano d'intorno da tutte le bande, mostrandosi così, che Amore può tanto, che rompe la forza di Giove, e con le sue fiamme arde, e incende tutto il Mondo. Così è dipinto dall'Alciati in uno Emblema ad imitatione overo con l'auttorità de gli antichi Greci. Per significare questo medesimo l'istesso Auttore descrive Amore in un Carro tirato da' Leoni, come si vede nell'istesso luogo.

FORZA MINORE, da maggior forza superata.
PER esprimere gli antichi questo concetto, il quale è più conveniente all'Emblema, che a quello, che si appartiene a noi di trattare, dipingevano una pelle di Hiena, con un'altra di Pantera appresso, per l'esperienza, che si vede nella contrarietà di questi due animali, e per l'effetto delle loro pelli, perché stando vicine quelle dell'Hiena si guasta, e corrompe quella della Pantera, il che avviene ancora nelle penne dell'Aquila, le quali avvicinate alle penne de gl'altri uccelli, fanno, che si tarmano, e vanno in pezzi. Il tutto racconta molto diligentemente il Pierio Valeriano. Però volendosi rappresentare una forza dall'altra superata si potrà fare con porre dinanzi a gli occhi la memoria di questi effetti, in quel miglior modo, che al pittore parerà, che possa dilettare, e star bene.