iconologia e bibliografia

Iconologia
overo descrittione dell'imagini universali cavate dall'antichità et da altri luoghi da
Cesare Ripa Perugino, opera non meno utile, che Gigliotti, MDXCIII, con Privilegio et con Licenza de' Superiori.

Ripa, Cesare (1560?-1625)
Iconologia del Cavaliere Cesare Ripa
Perugino Notabilmente Accresciuta d'Immagini, di Annotazioni, e di Fatti dall'Abate Cesare Orlandi...
5 vols. Perugia: Stamperia di Piergiovanni Costantini, 1764-67.
Libro con belle xilografie in seppia pubblicate in Internet

Prima edizione elettronica in database
3 dicembre 2007 - elaborazione di ASiM
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ICONOLOGIA

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Voce FORTUNA
Descrizione DONNA, con gli occhi bendati, sopra un albero con un'asta assai lunga percuota i rami di esso, e ne cadano varij istromenti appartenenti a diverse professioni, come Scettri, Libri, Corone, Gioie, Armi, cose, ec.. Et così la dipinge il Doni. Alcuni dimandano Fortuna quella virtù operatrice delle Stelle, le quali variamente dispongono le nature de gl'uomini, movendo l'appetito sensitivo, e per mezzo di quello inclinando anco in certo modo senza forzarlo l'appetito ragionevole in modo, che non ne senta violenza nell'operare, ma in questa figura si piglia solo per quel successo causale, che può essere nelle cose, che senza intentione dell'agente rarissime volte suol avvenire, il quale per apportare spesse volte, o gran bene, o gran male, gli uomini, che non sanno comprendere, che cosa alcuna si possa fare senza l'intentione di qualche agente, hanno con l'imaginatione fabricata come signora di quest'opre questa, che dimandano Fortuna:, e per le bocche de gl'ignoranti continovamente. Si dipinge Cieca communemente da tutti gli auttori gentili, per mostrare, che non favorisce più un uomo, che un altro, ma tutti indifferentemente ama, e odia, mostrandone que' segni, che 'l caso le appresenta, quindi è, che essalta bene spesso a' primi honori un scelerato, che sarebbe degno di supplicio, e un altro meritevole lascia cadere in miseria, e calamità. Però questo dico secondo l'opinione de' gentili e, che suole seguir il volgo ignorante, che non sà più oltre. Ma la verità è, che il tutto dispone la divina providenza, come insegna S. Tommaso lib. 3. contra Gentes ca. 92. citato di sopra. Gli uomini, che stanno intorno all'albero danno testimonio di quel detto antico, che dice: Fortunae sua quisque faber, perché se bene la Fortuna habbia ben disposto di alcuno, se egli non è giudizioso in drizzare il camino della vita sua per luogo conveniente, non è possibile, che venga a quel fine, che desiderava nelle sue operationi.

DONNA, che nella mano destra tiene un Cornucopia con un ramo d'Ulivo, e con la sinistra mano un Timone. Con che si mostra la Fortezza haver potenza, che si allarga nella Terra, e nel Mare. e però beni di Fortuna si dimandano i frutti della Terra. e Fortuna medesimamente è la vehemente commottione dell'acque, che si nota nel Timone. e si mostra ancora l'egual potenza di lei nella Terra, e nel Mare.

DONNA, con un globo celeste in capo, e in una delle mani tiene il Cornucopia. Volle l'autore di questa imagine, che fosse per mostrare il continovo moto delle ricchezze mondane, e come girano, e si riducono di mano in mano al primo luogo donde si erano da principio partite, e vien significato ciò co'l globo celeste, che ella tiene in capo. Volle ancora mostrare, che la disposizione celeste cagionata, e retta dal Signore della Fortuna, e della Natura, secondo quello, che egli ha ordinato. se ne stà sopra alla potenza di essa.

DONNA, a sedere sopra una palla, e a gli omerii porta l'Ali.
La insatiabile Fortuna
A un crudel giuco attende,
E scherza sempre a danno de' mortali,
Senza regola alcuna
Muta le cose, e rende
Honor a questo, a quel dà gravi mali,
E poscia quelli, i quali
Eran pel' suo favore
Prima lieti e contenti,
Fà miseri e scontenti.

FORTUNA GIOVEVOLE ad Amore.
DONNA, la quale con la mano destra tiene il Cornucopia, e la sinistra sarà posata sopra il capo di un Cupido, che le scherzi d'intorno alla veste. Volendo significare, che poco vale a gl'innamorati esser belli, vaghi, e gentili, quando non habbiano la fortuna favorevole co'l Cornucopia, cioè con le ricchezze, perché senza si fà poco profitto, e con esse facilmente si giunge, e arriva ad ogni desiderio. Però disse a questo proposito Ovidio nell'Arte d'Amore:
Munera, crede mihi, placant hominesque deosque.
Con quel, che segue. E non solo in materia di lascivo amore, ma in ogni altra occasione le ricchezze possono piegar gli animi, e torcer le volontà de gli uomini, adunque ragionevolmente si dimandano beni di Fortuna, non solo perché, come habbiamo detto, la fortuna gli dà, e gli toglie, ma molto maggiormente, perché sono ministri, overo maestri di essa.

FORTUNA BUONA
Nella Medaglia d'Antonino Geta. DONNA, a sedere, che s'appoggia con il braccio destro sopra unaRuota, in cambio del globo celeste, e con la sinistra mano tiene un Cornucopia.

FORTUNA INFELICE
DONNA, sopra una Nave senza Timone, e con l'Albero, e la vela rotta dal vento. La Nave è la vita nostra mortale, la quale ogni uomo cerca di condurre a qualche porto tranquillo di riposo; La Vela, e l'Albero spezzato, e gli altri arnesi rotti, mostrano la privatione delle cose necessarie per arrivare in luogo di salute, e di quiete, essendo la mala Fortuna un successo infelice, fuor dell'intendimento di colui che opera per elettione.