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Presentazione del lavoro di riordino e inventariazione

dell'Archivio Storico della Parrocchia di Belgioioso

Rotary Club di Belgioioso e S. Angelo Lodigiano
(18 giugno 2003)

Informazioni:

  • Progetto voluto dal Parroco di Belgioioso don Gabriele Pelosi

  • Progetto diretto e coordinato dal Rotary Club di Belgioioso e Sant'Angelo Lodigiano:
    nelle persone di Paolo Garofoli, Luigi Pasquinetti, Maurizio Pavan

  • Progetto patrocinato e sostenuto dal Comune di Belgioioso, dall'ex assessore alla Cultura Fabrizio Cristiani
    e dall'Amministrazione attuale e dal sindaco Fabio Zucca

  • Progetto finanziato dalla Regione Lombardia, dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia Onlus e dalla Banca del Monte di Lombardia

  • Supervisione archivistica di don Michele Mosa drettore dell'Archivio Vescovile di Pavia

  • Supervisione scientifica di Fabio Zucca dell'Università di Pavia e sindaco di Belgioioso

  • Progettazione, coordinamento, riordino e informatizzazione: Bernardino Pasinelli
    archivista informatico e consulente networking,
    associato al Centro Studi e Ricerche Archivio Bergamasco, all'ITCS (Italian Computer Society)
    e all'AIP (Associazione Informatici Professionisti)

  • Collaboratori: Mara Pozzi archivista laureata e Maria Chiara Lodigiani laureata in beni culturali archeologici

  • Ricercatrice: Alessandra Baretta dell'Università di Pavia per la ricerca storica sull'Opera Pia Canatera in volume



Il culto di san Michele Arcangelo, patrono della parrocchiale di Belgioioso

San Michele, capo supremo dell'esercito celeste, riveste un'importanza particolare nella sensibilità religiosa medievale.
Custode un tempo della Sinagoga e protettore degli ebrei perché sterminò in una notte 185.000 soldati assiri, è diventato il custode della chiesa cattolica universale.
Nel Nuovo Testamento, san Michele è menzionato nel libro dell'Apocalisse, dove lotta contro un drago, simbolo del demonio, e lo sconfigge. Nell'immaginario dell'uomo medievale, che vive nell'attesa e nel timore dell'aldilà, san Michele è colui che guida i defunti e pesa le anime nel giorno del giudizio.
Storicamente, il culto di san Michele, assai diffuso in Oriente sin dal IV secolo, fece la propria comparsa in Occidente solo alla fine del V secolo, con l'edificazione di un primo santuario sul Gargano, in Italia, nel 492. La festività cattolica dell'8 maggio celebra proprio l'apparizione prodigiosa di s. Michele sul monte Gargano.
Verso il Mille, chiese e cappelle dedicate al santo si moltiplicarono in tutta Europa, spesso in cima a colline o promontori, come sentinelle celesti a guardia del fedeli.
Dopo la guerra dei Cent'anni, la devozione per l'arcangelo assunse una dimensione particolare per via della resistenza opposta agli inglesi da Mont-Saint-Michel in Francia.
Infine, tale culto trovò nuovo slancio con la Controriforma: agli occhi della Chiesa, solo l'angelo guerriero avrebbe potuto garantire la lotta contro l'eresia protestante.
Nell'iconografia cristiana, san Michele viene raffigurato con una spada e una bilancia. Le tradizioni e i culti popolari hanno fatto dell'arcangelo il patrono dei cavalieri e di tutte le categorie professionali legate alle armi e alle bilance.
La figura dell'Arcangelo è tratteggiata in modo scultoreo in tre atteggiamenti:
1- Combattente con la spada sguainata contro il dragone simbolo del male e di Lucifero: “Si fece silenzio nel Cielo mentre l'Arcangelo Michele combatteva col dragone: si udì la voce di migliaia e migliaia che dicevano: salute al nostro Dio, alleluia!”
2- Intercessore presso Dio con il turibolo dei profumi: “L'Angelo stava presso l'altare del tempio, tenendo un turibolo d'oro nella mano, vi mise l'inceso e il profumo degli aromi salì al trono del Signore. L'Arcangelo Michele viene in aiuto al popolo di Dio, egli è il messaggero di Dio per le anime dei giusti”.
3- Guida delle anime nell'aldilà per scortarle alla reggia di Dio e condurle alla luce santa.

Antiche consuetudini assegnano al giorno di S. Michele, il 29 settembre, il momento di effettuare i traslochi che per il mondo povero e umile delle campagne lombarde era spesso una dolorosa ferita, tanto che si parlava dei "traslochi di S. Michele", come altrove si parlava di quelli di S. Martino.

Feste:
8 maggio, apparizione di s. Michele Arcangelo
29 settembre, celebrazione di s. Michele Arcangelo

San Michele
paramento della chiesa di Belgioioso
raffigurante san Michele Arcangelo


La Basilica di San Michele in Africisco a Ravenna
patrimonio dell’umanità (545-546 d.C.)

La basilica di s. Michele in Africisco va considerata Patrimonio dell’Umanità per il suo altissimo significato storico, religioso, politico, culturale.
Essa è la prima delle tre basiliche giustinianee di Ravenna e, pertanto, precede di pochi anni s. Vitale e s. Apollinare in Classe.
Si inserisce, dunque, come monumento della civiltà imperiale romana, sotto Giustiniano (527-565), nelle espressioni di cultura e di potenza dell’imperatore stesso, per il suo programma politico-religioso di unificazione dello Stato, di affermazione dell’unità di Oriente ed Occidente nella contingenza storica della, altrimenti, progressiva tessitura europea dei Regni barbarici che finiranno per essere Romano-barbarici, ma questo in processo di tempo.
Schematizzando, questo processo è governato dalla sinergia di tre grandi realtà: l’Impero romano, i popoli barbarici, e la Chiesa cristiana.

La basilica di s. Michele in Africisco, primo grande edificio giustinianeo consacrato da Massimiano nel 547, ma già aperto al culto dal 545-546, esprime il programma di “reconquista” dela Chiesa cristiana, perchè oltre alla dedicazione a s. Michele, arcangelo protettore di “Stato e Chiesa”, di Imperium et Sacerdotium (realtà unitamente dominanti in S. Vitale di Ravenna con Giustiniano affiancato da Massimiano), mostra, nel mosaico dell’abside, il "Christus imperator" della Cappella arcivescovile, con la dottrina antiariana proclamata dal codice nelle due carte patenti: “Chi vede me, vede il Padre”; e: “Io e il Padre siamo una cosa sola”, la più dogmatica affermazione della divinità di Cristo.
Anche Teodorico aveva messo il suo codice aperto nelle mani di Cristo, ma nei due fogli patenti, aveva fatto scrivere questa espressione “neutra”: “Io sono il Re della gloria”.
Mentre, nella Cappella, il "Christus miles imperator" calpestando le belve dell’eresia ariana proclamava, nelle pagine aperte del codice: “Sono la via, la verità, la vita”.
Il secondo ciclo musivo, quello che stava nella parete-fronte, sopra l’arco dell’abside, mostra il "Christus iudex" il Cristo divino giudice supremo dell’Umanità affiancato da due Arcangeli, con sette angeli buccinanti, dove la citazione cattolica dell’Apocalisse, nella interpretazione dei Vescovi Cattolici, la dice lunga contro gli ariani.

Il ciclo si trova dal 1845 negli ex "Musei Reali" di Berlino dopo un tortuoso trasferimento.

Infatti i cicli musivi di S. Michele si ammirano, pur con notevoli restauri, a Berlino, nel Bode Museum, dove si può leggere la colta guida dell’eminente studioso e direttore del museo, Arne Effenberger.



Autore:
ASiM - Archivi e Sistemi Multimediali
E-mail: fonti@belgioioso.info