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Notizie archivistiche
Come dice
Luigia Suardi nella sua tesi di laurea su Belgioioso: "Per i secoli
passati l'Archivio Parrocchiale
è l'unico archivio che possa darci notizie di un Comune,
perché l'anagrafe è descritta nei libri dei Battesimi, dei Matrimoni e
di Morte della Parrocchia, così che il Parroco per gli atti
anteriori al 1866,
è considerato Ufficiale Civile. Ma, oltre a questi registri,
molto utili per i periodi della peste e delle guerre, sono preziosi gli Stati
d'Anime che a partire dal 1684 descrivono il ritmo di crescita della popolazione nello svolgersi dei
secoli. Inoltre sui registri vi sono spesso le annotazioni marginali
dei Parroci che si
affrettano a ricordare ogni avvenimento della parrocchia e della
comunità."
Con tale
consapevolezza, l'archivio della parrocchia di Belgioioso è
stato riordinato grazie all'impegno del Rotary Club di S. Angelo Lodigiano e Belgioioso su
iniziativa di Luigi Pasquinetti che nell'anno 2000 ne era il Presidente. In questi
anni il Club ha saputo galvanizzare attorno al progetto importanti risorse umane e finanziarie,
attingendo ai contributi della Fondazione Banca del Monte di Lombardia,
della Fondazione
Comunitaria della Provincia di Pavia Onlus e della Regione Lombardia,
con il costante sostegno
dell'amministrazione comunale, la squisita disponibilità del
parroco, don Gabriele Pelosi
e l'autorevole consenso di don Michele Mosa, direttore dell'Archivio
Storico Diocesano Pavese.
Dopo un
primo intervento del prof. Angelo Montenegro e di Alessandro Degnoni, a
metà anno 2002 è stato interpellato il sottoscritto archivista che ha proposto
un progetto complessivo di riordino e inventariazione con la collaborazione
di Mara Pozzi per il riordino archivistico e di Maria Chiara Lodigiani per la catalogazione del
beni librari, fotografici, i reperti e la trascrizione dell'inventario antico di don Veneroni.
Il lavoro si
è svolto negli anni 2003-2004. Supervisori scientifici del
lavoro sono stati nominati il prof. Fabio Zucca responsabile per gli archivi
dell'Università di Pavia e don Michele Mosa della diocesi di Pavia, i quali hanno seguito lo
sviluppo del progetto.
L'archivio
si trovava in un ampio scantinato della canonica, piuttosto umido, poco
protetto e conservato in
vecchi armadi di legno non adatti a preservarlo nel tempo.
Durante il
lavoro di riordino, grazie all'impegno della parrocchia e del parroco
don Gabriele Pelosi, si è
provveduto ad arredare un grande locale al piano terra della canonica
parrocchiale, più sicuro e con armadi metallici nuovi e aerati, in
cui è stato collocato l'archivio.
Ora
l'archivio si presenta in una splendida veste anche all'occhio di un
occasionale visitatore e la documentazione facilmente reperibile, avendo avuto
l'accortezza di numerare armadi e ripiani e di indicare la collocazione fisica delle
carte nel database dell'inventario informatizzato.
L'archivio
mostrava una chiara condizionatura fisica, descritta dettagliatamente
in un inventario, conservato
in archivio, dal titolo "Chiave
dell'archivio". Dai confronti temporali e calligrafici abbiamo desunto che fosse opera di don Pietro
Veneroni, parroco di Belgioioso e professore per 16 anni nel seminario vescovile di Pavia di
liturgia e arte sacra, traduttore dal tedesco e dotato di grande
cultura e amore per le
carte, che riordinò e inventariò l'archivio negli anni
1908-1910.
Durante il
lavoro di verifica dell'archivio con l'inventario di don Veneroni
abbiamo deciso di conservare e ricostituire integralmente il suo riordino con una
condizionatura ben fatta e il suo inventario assai dettagliato, trascrivendolo e
inserendolo nel presente inventario poiché il suo titolario
è apparso pertinente
e preciso nella descrizione degli atti.
Abbiamo
quindi applicato all'inventario il titolario della diocesi pavese con
ordinamento cronologico per
titolo e classe, riportando nella segnatura, dove era possibile, quella
originale dell'inventario Veneroni
e utilizzando anche le sue descrizioni dopo attenta verifica ed
eventuale rettifica.
In alcuni
casi la documentazione conservata nel fascicolo o in un registro
è stata più volte descritta in inventario perché si riferiva a
più titoli in modo da facilitare la ricerca in sede di
consultazione.
Nel corso
del lavoro si è deciso di non suddividere l'archivio in Archivio
della Parrocchia e Archivio della Fabbriceria, sciogliendo così il dilemma e la
diatriba sulla Fabbriceria come ente autonomo dalla Parrocchia con archivio a se stante.
In questo caso abbiamo scelto di ritenere la Fabbriceria parte integrante dell'archivio parrocchiale,
come istituto di gestione dei beni parrocchiali, anche se nei secoli XIX e XX è stato controllato
dagli enti pubblici e normato con leggi dello Stato che ne
sottoponevano l'amministrazione
al diretto controllo statale. La fabbriceria(1) è infatti
l'organo che provvede all'amministrazione del patrimonio e
dei redditi delle chiese e alla manutenzione dei rispettivi edifici, senza alcuna ingerenza
nei servizi di cultoGiuseppe Stocchiero, Enti e beni ecclesiastici in Italia dopo
il Concordato, Vicenza, 1933, pagg. 227-228.(2) Essa rappresenta
l'«espressione caratteristica dell'ingerenza laica nella parrocchia
e quindi nella costituzione gerarchica della Chiesa»Bruno Savaldi, La
fabbriceria parrocchiale nelle province lombardo-venete, Milano, 1934,
pag. 13.(3)
L'evoluzione
storica di questa istituzione riporta a quando l'espressione fabrica designava, in origine,
solo
l'edificio ecclesiastico, al mantenimento del quale era destinata la portio fabricae.(4) A seguito dello sviluppo del
sistema beneficiario, la portio si sarebbe trasformata
in un onus
fabricae,
gravante sul
beneficio. Nei Comuni medioevali, specie quelli più importanti,
vi era una deputazione apposita per il culto, la "fabrica", il
mantenimento e il giuspatronato della chiesa parrocchiale e delle cappellanie e per la
gestione delle confraternite e dei legati annessGiuseppe Scarazzini,
Inventario dell'Archivio d'antico regime del Comune di Salò
1431-1805, a cura della Regione Lombardia e del Comune di Salò,
1997, vol. I, pag. 112.(5)
In seguito, anche per effetto delle numerose elargizioni di
privati, si sarebbe formato il patrimonium fabricae amministrato o dal
beneficiario stesso o da appositi amministratori, ecclesiastici o
laici. Tale patrimonio andò acquisendo una sua
individualità nettamente distinta dal beneficio e una sua personalità
giuridica. L'istituzione delle fabbricerie presso molte chiese era
stata attuata già prima del decreto del 1807, ma fu comunque
disciplinata con le istruzioni contenute nella circolare ministeriale del 15 settembre 1807.
Esse definirono la fabbriceria come ente collegiale istituito dallo
Stato, il quale avrebbe provveduto, entro certi limiti, a determinare il
numero, la categoria e i requisiti dei suoi componenti e alla loro
nomina. I fabbricieri erano stabiliti generalmente in numero di tre,
con la possibilità
di essere aumentati fino ad un numero di cinque. Nuove disposizioni
sulla regolamentazione delle fabbricerie sarebbero state
emanate nel progetto presentato dalla Commissione per la riforma della legislazione
ecclesiastica, istituita con decreto ministeriale 10 gennaio 1925 e nel
regolamento approvato con Regio Decreto 2 dicembre 1929, n. 2262 Bruno Savaldi, op.
cit., pag. 54 e segg.(6)
Nel corso
del riordino abbiamo conservato l'ordinamento fisico delle carte della
Fabbriceria, distinto dalle
carte già riordinate da don Veneroni. Tuttavia nell'inventario
non abbiamo separato le due sezioni dell'archivio, ritenendo di applicare a tutta la
documentazione il titolario della diocesi pavese, inserendo anche gli atti della
Fabbriceria nei titoli amministrativi e di gestione dei beni proposti
da questo titolario.
In effetti,
Pietro Veneroni non ordinò le carte della Fabbriceria, anche se
alcuni degli atti della Fabbriceria
fanno parte del suo inventario riguardando cause e ispezioni.
Perciò le carte, non riordinate da Veneroni, sono state ordinate
nell'attuale riordino, suddividendole in base al titolario della
diocesi pavese.
Contenuto
L'archivio della
Parrocchia di S. Michele Arcangelo conta 861 unità inventariali,
dall'anno 1568 al 2001,
con citazione di un atto dell'anno 1394, con il quale la chiesa di Turris Scanaturum era stata eretta in parrocchia autonoma da
Fellegaria con patronato della famiglia Negri, esibito nella settecentesca vertenza fra Torre dei
Negri e il parroco di Belgioioso Paolo Gerolamo Re per il ripristino dell'antico diritto della parrocchia
di Torre de' NegriIn
Archivio Parrocchiale di Belgioioso, Cart. 23, fasc.1 - in armadio 3,
ripiano 4 dellarchivio parrocchiale di Belgioioso.(7)
Tra le opere
pie amministrate dalla fabbriceria, che ha assunto un ruolo
giuridicamente più preciso nel sec. XIX, vi sono l'opera pia
Canatera, l'opera pia Criminali e il legato Zanella, con i loro conti consuntivi e la loro amministrazione
come beni patrimoniali della parrocchia.
Vi sono
anche delle carte estranee, inventariate nel titolo X. Miscellanea, in
4 unità con atti di sepoltura
del Comune di Belgioioso (1840-1849 e 1879), lo stato d'anime della
chiesa di S. Maria del Carmine
in Pavia del 1908 dove don Pietro Veneroni era stato parroco, e un
elenco dei profughi e dei militari
ricoverati nell'Ospedale di Belgioioso quando funzionò come
Ospedale Militare di Riserva a ricovero delle truppe nella prima guerra mondiale.
La
catalogazione dei beni librari, dei disegni, delle foto e dei reperti
è stata attuata a parte in un catalogo appositamente predisposto.
Criteri ordinamento
Nel rispetto del metodo
storico, il riordino attuale ha ricostruito l'inventario, il titolario
e la condizionatura di
don Veneroni, inserendo questi elementi nelle descrizioni archivistiche
del nuovo inventario,
sistematizzati all'interno della griglia fornita dal titolario in
vigore nella diocesi pavese e riportati nel campo "Altre note" della scheda "Unità"
del software Sesamo 4.1 della Regione Lombardia, con cui è stato
informatizzato tutto il lavoro.
Dapprima si
è utilizzato un software sviluppato ad hoc per il riordino degli
archivi parrocchiali come data-entry,
quindi tutta la base dati è stata riversata con diversi passaggi
e accorgimenti informatici in Sesamo, che utilizza come database il diffuso formato di
Microsoft Access 2000. Quindi dalla base dati si è generato l'inventario in
formato testo rtf per la stampa, in formato html per la pubblicazione
su Internet e in formato
pdf per la trasmissione, il mantenimento dell'integrità dello
stile e la consultazione
su cd-rom e con strumenti informatici a garanzia della
leggibilità.
Nell'inventario
è stata trascritta la descrizione dettagliata degli atti fatta
da don Pietro Veneroni, con la sua segnatura, la cronologia a volte integrata e corretta tra
parentesi tonda e con l'indicazione del numero di pagina. Crediamo che l'avere
individuato la "Chiave
dell'archivio" di don
Veneroni e l'averne
conservato la condizionatura originale di segnatura e di collocazione
abbia reso il nostro lavoro più ricco e approfondito. All'opera preziosa di don
Pietro Veroni, che testimonia l'amore e la passione con cui ha riordinato l'archivio, va
tutta la nostra ammirazione e il tributo della comunità
belgioiosina.
Notizie intervento
Durante i lavori di
riordino sono state effettuate alcune iniziative di promozione fra cui
una presentazione
pubblica, una mostra e la realizzazione del sito Internet www.belgioioso.info.
La
presentazione dell'archivio è stata organizzata con una visita
all'archivio riservata ai soci del Rotary Club di S. Angelo Lodigiano e
Belgioioso, e illustrata con foto di documenti, registri e libri dell'archivio, ora visibile in
Internet all'indirizzo www.belgioioso.info.
Questo sito, ideato e realizzato dal sottoscritto, vuole essere un punto di riferimento per la
raccolta e la segnalazione delle fonti archivistiche, bibliografiche e
artistiche per la storia di Belgioioso, per la costruzione di un
"Archivio delle fonti di
Belgioioso", un centro di documentazione dove poter pubblicare gli
strumenti e i corredi d'archivio,
gli inventari, l'edizione di fonti e manoscritti, la trascrizione di
documenti e la digitalizzazione
di ricerche, tesi e libri di storia e cultura locale.
Per
valorizzare il riordino, il Rotary di S. Angelo Lodigiano e Belgioioso
si è fatto promotore di finanziare una specifica ricerca sui materiali dell'archivio,
affidando ad Alessandra Baretta, ricercatrice dell'Università d Pavia, il compito di
svilupparla intorno ad alcune piste tematiche emerse nel lavoro di riordino archivistico.
La ricerca storica si è concentrata sull'Opera Pia Canatera e in
particolare sulla sua
nascita, i suoi scopi e sulla vertenza giuridico-legale che a fine sec.
XIX ha opposto la
parrocchia di Belgioioso allo Stato che ne voleva incamerare i beni
secondo le leggi del tempo.
Altri temi
di ricerca potrebbero essere la nomina popolare del parroco di
Belgioioso oppure e la vertenza
con Torre de' Negri che nel sec. XVIII voleva tornare ad essere
parrocchia a sé, separata da Belgioioso da cui invece dipendeva. Una ricerca potrebbe
riguardare l'andamento demografico, reso più facile da un grosso lavoro incompleto,
cominciato da don Pietro Veneroni, di trascrizione dei registri di anagrafe dal 1585 al 1680, oppure gli
stati d'anime, la religiosità e le confraternite, i legati e i
loro patrimoni, le opere
pie, l'associazionismo cattolico dei sec. XIX e XX, l'intervento in
politica dei comitati
civici, il periodo fascista e la guerra, l'oratorio e il cinema
parrocchiale, l'ampliamento della chiesa parrocchiale, il rapporto tra la curia e la chiesa
locale.
Note
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2- GIUSEPPE STOCCHIERO, Enti e beni
ecclesiastici in Italia dopo il Concordato, Vicenza, 1933, pagg. 227-228.
3- BRUNO SAVALDI, La fabbriceria
parrocchiale nelle province lombardo-venete, Milano, 1934, p. 13.
4- FRANCESCO RUFFINI (cit. in SAVALDI, op. cit., p. 12, n. 8)
5- Giuseppe SCARAZZINI, Inventario
dell'Archivio d'antico regime del Comune di Salò 1431-1805, a cura della Regione Lombardia e del
Comune di Salò, 1997, vol. I, pag. 112
6- BRUNO SAVALDI, op. cit., p. 54 e segg.